Come l’inizio di un tema scolastico, di un racconto, di una relazione di lavoro. Cosa si può scrivere sul viaggio che verrà? Abbiamo visto, ascoltato e letto. Siamo sempre più iperinformati, parola che la Treccani dà come significato di coloro che sono al corrente di tutto, anche in modo eccessivo e senza vaglio critico. La conoscenza ha la sua importanza, se ha fonti dirette, sicure.
Nonostante tutto, tra la ricerca della sicurezza sanitaria e quella per la salvaguardia del nostro pianeta, viviamo sempre più nelle incertezze, di imprevisti, spesso in emergenza. Abbiamo tempo per pensare, costretti a rallentare il ritmo quotidiano imposto dall’essere confinati in spazi limitati. Oggi, la gran parte di noi “viaggia” con la fantasia, legati a ricordi e alla voglia di ripartire che aumenta di giorno in giorno.
Avere buoni propositi, fa bene al morale, alla mente e al cuore. Darsi degli obiettivi, mettersi in cammino, come il personaggio di un racconto di Antonio Tabucchi che si vedeva salire sui treni notturni, di soppiatto, avendo un “minuscolo bagaglio”, con il suo orologio con le lancette fosforescenti ed un libro di geografia (“i pomeriggi del sabato” da “Il gioco del rovescio”).
Quello che sarà di noi viaggiatori, lo sapremo solo se avremo la conoscenza, il rispetto dei luoghi e delle persone che incontreremo, che ci ospiteranno durante il nostro itinerario. Sia esso di turismo sostenibile, esperenziale, di prossimità o bleisure, tradotto quest’ultimo come una combinazione di “affari” e “tempo libero”. Difficile immaginare un ritorno al “turismo di massa”, forse dovrà essere rimodulato, riorganizzato; così come il turismo “fai da te” e la sua letteratura.
Chi invece ha esperienze sul campo, può fare ancora la differenza. Può prendervi nuovamente per mano ed accompagnarvi senza avventurarsi, non è il caso di rischiare, non per il momento.
Nazzareno Venturi
Responsabile commerciale
Petroniana Viaggi e Turismo