ALLA SCOPERTA DELLE PIEVI DELL’ESARCATO BIZANTINO
L’Esarcato è un territorio che si estendeva intorno a Ravenna, divenuta dopo la caduta dell’Impero Romano, capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Nel suo territorio, parzialmente formato da acquitrini e paludi, in assenza di governo forte e centralizzato nascono le pievi: piccole chiese, fuori dai centri abitati, spesso collegate alla centuriazione romana, fornite di battistero, costruite spesso con materiale proveniente da architetture romane, che amministravano l’anagrafe, custodivano i testamenti, gli atti di compravendita dei terreni, riscuotevano le imposte e le decime per il mantenimento degli ecclesiastici e spesso curavano anche la tutela ambientale e la bonifica.
Ore 8.00 partenza da Bologna, autostazione – pensilina 25.
Ore 8,30 carico al casello autostradale di Castel San Pietro Terme. Via autostrada si parte per la zona di per Forlì
, per scoprire alcune pievi del
Decimano, un territorio che risente ancora della pianificazione del territorio agricolo attuata dai romani, in epoca repubblicana, il cui nome deriva da decimanus o decumanus che indica la misura di dieci miglia e che era deputato a fornire il fabbisogno alimentare alla capitale Ravenna. La prima tappa della giornata sarà
la Pieve di San Pietro in Trento, nei pressi di Coccolia, che deve il suo nome alla posizione in cui sorge: al trentesimo miglio della centuriazione romana, tra il corso del Montone e del Ronco. La pieve, menzionata in un documento della fine del X secolo, ha una caratteristica ed inconsueta pianta asimmetrica a quadrangolo scaleno con un interno che dà l’impressione di imponenza verticale e di armonia architettonica. E’ illuminata da una luce rarefatta che proviene dalle sue piccole finestrelle e conserva al suo interno un pezzo del fronte marmoreo di un altare del VI secolo.
Si raggiunge poi la
Pieve di San Cassiano in Decimo, la cui origine risale al IX secolo, anche se la struttura che oggi noi vediamo è chiaramente dell’XI secolo. La chiesetta a navata unica termina con una grande abside semicircolare all’interno e poligonale all’esterno dove campeggia l’immagine di San Cassiano, martire imolese; qui sono stati raccolti e riutilizzati diversi manufatti marmorei di epoca romana. Inglobato nell’angolo sinistro della fabbrica si erge il campanile, altissimo esempio di stile ravennate, con forma quadrangolare tipico delle campagne e alleggerito da 6 ordini di polifore, che viene tradizionalmente chiamato la “Bartolla”, perché su una delle sue pareti, oltre a delle conche di ceramica di chiara matrice bizantina, è murata una statuetta antica, ritenuta femminile, ma che in realtà raffigura una divinità pagana maschile, probabilmente il dio Apollo.
Al termine della visita trasferimento a
Forlimpopoli, cittadina fondata dai romani nel II secolo a.C. e chiamata anche città artusiana”, appellativo legato al gastronomo Pellegrino Artusi che qui nacque nel 1820. Sulla sua piazza principale svetta un’imponente rocca quadrangolare fatta costruire dall’Albornoz. Tempo a disposizione per una passeggiata e per il pranzo libero.
La giornata si conclude con la visita alla
Pieve di Santa Maria in Acquedotto, che sorge nei pressi dell’acquedotto fatto costruire dall’Imperatore Traiano tra il I e il II secolo d.C. per portare l’acqua dalle colline di Meldola alla città di Ravenna. La sua origine è molto antica, risale probabilmente al VI secolo, nonostante il suo attuale aspetto le sia stato conferito nel XIII secolo, nelle murature sono evidenti parti sopravvissute dell’edificio antico. All’esterno del sagrato si trova una misteriosa colonna di marmo grigio di epoca romana, forse una pietra miliare, sulla quale campeggiano diverse iscrizioni.