Avreste mai pensato ad una vita senza voli?
Prima della pandemia era inimmaginabile.
Nel settore dell’aviazione si sostiene che i viaggi siano legati al PIL di un paese: quando si ha maggiore disponibilità di denaro, si tende a volare di più. Nel contesto attuale non si acquistano biglietti aerei per ragioni dovute alla epidemia, per paura, vulnerabilità, con i problemi economici che ne derivano.
Negli ultimi vent’anni, l’aviazione commerciale ha avuto una crescita di 1,46 miliardi di biglietti aerei (dato del 1998), sino ad arrivare a 4,54 miliardi nel 2019. Quale sia lo scenario del prossimo futuro, nessuno lo può sottoscrivere. La “battaglia degli algoritmi” ha contribuito a ridurre il costo dei biglietti e di conseguenza all’aumento dei viaggi in aereo. Un importante contributo nel settore è dato anche dallo sviluppo e crescita delle vendite attraverso l’uso di canali come l’e-commerce, dai servizi di consulenza delle Travel Management Company ed Agenzie di Viaggio. Prima della pandemia, le compagnie aeree stavano affrontando il problema delle emissioni di anidride carbonica nel settore dei trasporti, una situazione complicata. Il mondo dell’aviazione era già in movimento per cercare di ridurre le emissioni inquinanti. La KLM, per esempio, ha iniziato i voli di prova testando Flying-V, aereo progettato per il lungo raggio estremamente efficiente dal punto di vista energetico. Si prevede una riduzione di consumo carburante del 20% rispetto al velivolo più avanzato dei nostri giorni.
La ripresa attuale dell’operatività su alcune rotte, non risolve il problema finanziario che le compagnie aeree devono affrontare per sostenere un’organizzazione che non potrà essere la stessa, dopo il tracollo economico subito nel 2020. Soluzioni al momento non ce ne sono, siamo in attesa che la salute pubblica si ristabilisca a livello mondiale. Considerazioni da fare sono quelle della possibilità di utilizzare aeromobili con meno capacità di numero passeggeri e più efficienti, volando “responsabilmente”; preferire le rotte dirette alle reti hub, evitando di collegare due città passando per grandi aeroporti e metropoli; ipotizzare una nuova regolamentazione dei diritti di traffico. Utilizzare gli aeroporti di partenza avendo l’opportunità di operare con voli diretti per la destinazione finale senza transitare nei Paesi di origine. Prendere le distanze dal neo protezionismo con nuovi accordi internazionali.
Nel frattempo, una decisione importante è stata presa dalla UE che prevede di arrivare ad una intesa comune per tutti gli Stati membri: un protocollo per i test rapidi, quarantena e monitoraggio dei passeggeri. La Easa (Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea), e il Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), sono al lavoro per un protocollo sui test per i viaggiatori. Dal cambiamento annunciato dal nuovo presidente USA, tra le prime dichiarazioni di Biden, quella di creare una task force anti Covid, oltre all’intenzione espressa di riportare gli Stati Uniti negli accordi di Parigi sul clima.
L’Europa può guidare la ripresa, la sua influenza è ancora importante e di riferimento per gli altri Paesi, per un “cambio di rotta” che deve essere la soluzione per ricominciare.
Nazzareno Venturi
Sales and Marketing Manager
Petroniana Viaggi e Turismo